Tutto in un battito d’ali
Quando vedo volare un uccello sento in me un forte desiderio di essere altrove, di partire per raggiungere luoghi lontani, confusi nel verde delle foreste tropicali.
Ho visto volare i falchi solitari che vanno a cacciare, ho visto volare i pappagalli sempre innamorati, ho visto storni ordinati di pellicani librarsi schierati verso il cielo infinito.
Ho voglia di cantare come fa l’oropendula, di arrampicarmi sugli alberi come fa il picchio sui tronchi per creare il suo nido, come fa il colibrì ho voglia di sfrecciare senza tregua per succhiare il nettare dei fiori più belli.
Per un uccello è il richiamo dell’aria che gli insegna a volare alto nel cielo per sfiorare le nuvole alla ricerca di sogni.
In Costa Rica abbiamo trascorso giornate intere ad osservare estasiati il volo dei Colibrì, un frenetico battito d’ali dove i colori iridescenti delle piume si confondevano con quelli dei fiori. Potevo restare molto vicina a guardarli nell’attimo fugace del loro riposo ma sempre un colibrì mi sfiorava col suo ritmo veloce, mi cacciava dal suo territorio.
I grandi pappagalli, Ara macao, facevano sfoggio del loro piumaggio, spiegavano le grandi ali straordinariamente colorate e intraprendenti volteggiavano, atterrando accanto e sopra di noi.
All’alba era tutto un incanto, la luce sfiorava la terra rigogliosa di verde e dei mille colori dei fiori, come un maestro d’orchestra il sole invitava gli uccelli a cantare. Non potevamo far altro che svegliarci a guardare ed aprire i nostri cuori a quel miracolo della natura. Erano melodie che esprimevano amore e paura, gioia e tristezza, suscitavano in noi tante emozioni in un istante.
Nella laguna di Caño Negro, in Costa Rica, un’infinità di uccelli diversi dipingevano il cielo, era un quadro animato in quella natura così ricca di vita.
Immersi nel mondo naturale ricco di biodiversità abbiamo osservato gli alberi, gli uccelli, le nuvole e le stelle un “unicum” ricolmo di gioia, un’esistenza intera.
Sempre in Costa Rica, tra i boschi del massiccio montuoso più elevato, a circa 2.000 metri di quota, abbiamo ammirato il timido Quetzal, mitico uccello dell’antico popolo Maya. Splendente, dai colori brillanti, è apparso all’alba, talmente bello da suscitare una forte emozione. Con Il folto e lungo piumaggio tinto di verde, turchese e rosso ha fatto mostra di se, sotto la luce tenue dei primi raggi di sole.
Un maschio dalla lunga coda posava in tutta la sua bellezza sopra un albero coperto di bianche spore e, più in alto ancora è apparsa la femmina altrettanto bella ma meno appariscente. Mentre il sole saliva scaldando la montagna, gli uccelli sono volati tra il folto dei boschi in uno spiegarsi d’ali di magici colori, insieme, amanti per la vita. È stata un’esperienza da non poter mai dimenticare.
Simbolo di libertà è un uccello che vola, che sfiora l’onda del mare e poi sale più in alto tra le nuvole, fino a perdersi nell’orizzonte, lontano.
Quanta gioia è racchiusa in un battito d’ali!