Tamarindo la spiaggia e le Mangrovie
Il Refugio Nacional de Vida Silvestre Tamarindo protegge 400 ettari di zone umide invase dalle mangrovie e le foreste secche che si estendono nell’entroterra del Parco Nacional Marino Las Baulas. Sulla punta nord-ovest della Penisola di Nicoya, è situato Tamarindo, un piccolo paese di pescatori delimitato da una lunga spiaggia di sabbia scura vulcanica, lambita dalle acque del Pacifico e dalla foresta tropicale. L’aria era caldissima carica del profumo di mare e di verde, e viva dei richiami degli uccelli. Lungo la strada principale si alternavano alberghi, negozi e case, che sfoggiavano una varietà di affascinanti e stravaganti elementi di design, come pietre vulcaniche trasformate in tavolini e tavoli ricavati da possenti radici di alberi antichi; piscine ornate da palme e mosaici di piastrelle incredibilmente colorate e persino un ristorante su terrazza inserito intorno ad un albero gigante.
Ristoranti, pizzerie, bar, boutique con souvenir, vestiti e monili di vario tipo e di tutti i colori, botteghe artigiane che mostravano piccole opere d’arte di legno, di pietra e numerosi negozi specializzati dedicati agli amanti del surf.
La regolarità dei venti che soffiano costanti sul versante del Pacifico rendono questo tratto di costa particolarmente apprezzato dai surfisti.
In inverno, gli alisei di nord-est scendono dalle montagne portando un caldo intenso ma secco, con temperature diurne che possono raggiungere i 34 gradi, prima che arrivi la stagione delle piogge. Onde potenti s’infrangono vicine alla riva soprattutto durante l’alta marea, ma quando il mare si ritira, la lunga spiaggia orlata da palme si estende in ampiezza, mostrando isolati blocchi di lava nera che emergono in lontananza.
Al tramonto, che colora tutto di rosso, il sole calava all’orizzonte davanti alla baia e una gran confusione di gente, di barche, surfisti, atleti improvvisati, bagnanti, chitarristi solitari, venditori ambulanti di bibite, cocco e oggetti ricordo, si affollava rumorosa sulla spiaggia in un insieme pittoresco, arricchito dai colori dei fiori e dalla melodia confusa del canto degli uccelli. La notte calava sulla spiaggia e sull’Oceano e il dolce infrangersi delle onde sulla battigia cullava gli ultimi romantici illuminati dal chiarore delle stelle e della luna. A pochi passi da questa “poesia” Tamarindo si animava di nuovi colori, di musica ed allegria fino a notte inoltrata.
La spiaggia, il mare caldo e limpido erano bellissimi illuminati dal sole, la lunga striscia di sabbia mostrava ampi tratti isolati dal caos, dove era possibile godere di pace e di natura.
LE MANGROVIE DI LAS BAULAS
Intorno al ridente paesaggio marino di Tamarindo si estendevano migliaia di ettari di foresta tropicale, chilometri di canali salmastri, serpeggianti nel fitto della vegetazione, che davano vita ad una grande varietà di zone umide, e mangrovieti di eccezionale esuberanza.
L’ambiente a mangrovie esteso nel limitrofo Parco Las Baulas mostrava un paesaggio così rigoglioso da superare ogni sorta d’immaginazione. Una massa aggrovigliata esuberante di tronchi, di rami di foglie rifletteva le sue forme contorte nelle acque smeraldine, nei canali più stretti mutava, come un’onda crescente di marea che sembrava rovesciarsi su di noi e sull’acqua immobile, silenziosa. La foresta si estendeva nella fascia litorale periodicamente sommersa dalla marea, costituita da piante prevalentemente legnose, distribuita su varie fasce di vegetazione distinta; moltissime piccole e giovani piante, appena nate e un fitto insieme di piante arbustive delimitava il mangrovieto verso l’interno.
Le diverse piante che vivono nei mangrovieti sono altamente specializzate per poter sopportare e utilizzare a proprio beneficio l’acqua salmastra delle lagune costiere, o salata del mare e resistere, inoltre, alla scarsa ossigenazione del suolo, che risulta quasi sempre fortemente instabile. Il mangrovieto che stavamo osservando rappresentava un esempio perfetto e grandioso di questo ecosistema peculiare. La fauna che vive in questi biotopi è varia ma tipica con diverse specie di insetti, di anfibi, di rettili ed uccelli, che si sono adattati e qualificati per tale ambiente esclusivo. Granchi color del fango, coccodrilli seminascosti nell’acqua, martin pescatore, anhinga, fregate, pappagalli, falchi pescatori e aironi bianchi che volteggiavano nel cielo terso, sfioravano le calde e limpide acque del mare per poi posarsi, con movimenti eleganti e leggeri, sui grossi fusti legnosi delle mangrovie, mentre le scimmie urlatrici, rompendo il silenzio, lanciavano i loro inquietanti richiami.