Genti, paesaggi, natura sono i protagonisti di un viaggio in Madagascar ma per immergersi nella dimensione quotidiana del popolo malgascio di Nosy Be è necessario visitare il mercato di Hell Ville, la capitale dell’isola.
Un insieme indefinito di colori, profumi, sapori che avvolge tutto; si vende, si compra, qualcuno dorme sui sacchi di riso e una giovane mamma allatta il bambino; si mangia nell’area dedicata alla ristorazione, con semplici tavole, seduti per terra e la cucina è all’aperto.
Come la prima volta resto incantata dalla bellezza dei frutti tropicali, disposti in un ordine apparente sui semplici banchi del mercato; la varietà e il profumo delle spezie mi inebria sempre più e i volti dei bambini sorridenti addolciscono ancora una volta i miei sensi.
I turisti si mescolano tra la gente malgascia e, come me, vorrebbero comprare di tutto. Pomodori squisiti, cipolle ed aglio piccolissimi e saporosi, granchi vivi in ceste di fango bagnato; cernie enormi e gamberi essiccati, carne di zebù tempestata di mosche, mango, papaia, cocomeri, meloni gialli e jack fruit, tutto esageratamente appariscente e vero, come i succhi di frutta fatti in casa e venduti nelle bottiglie d’acqua minerale riciclate.
Si vende tutto a poco prezzo per noi occidentali tranne la vaniglia, costosa quasi quanto una pietra preziosa. Infatti, le aziende alimentari sono alla ricerca della vaniglia naturale che profuma molto più intensamente rispetto a quella artificiale e racchiude proprietà omeopatiche: protegge lo stomaco ed è energizzante.
I semi profumati sono il frutto di orchidee tropicali che si rinvengono soltanto in alcuni luoghi e che devono essere impollinate manualmente. Inoltre, i baccelli vengono fatti essiccare affinché possano sviluppare l’inconfondibile aroma. Il Madagascar è il maggiore produttore di vaniglia e il prezzo è diventato quasi proibitivo per chi la vuole esportare: 11 mila Euro per un chilo di estratto naturale.
Il pasto di un bimbo malgascio