Nasce l’arcipelago Ponziano
Il mare nacque prima di ogni altra cosa, circa tre miliardi di anni fa, quando l’atmosfera si raffreddò e diede origine ad una pioggia primordiale che lentamente iniziò a formare i mari e a riempire gli oceani, un processo che durò circa un miliardo di anni. E poi nel mare prese forma la vita. Erano semplici molecole che possedevano la caratteristica principale degli organismi viventi: la capacità di riprodursi. La varietà piace e da allegria e lo straordinario processo evolutivo creò nel mare tanti ambienti e tante forme di vita. Il paesaggio marino, come quello terrestre, è estremamente vario: vaste distese di sabbia, fiumi sottomarini, enormi catene montuose, fosse oceaniche e abissi senza luce, vulcani, sorgenti termali e migliaia di organismi sconosciuti, dai più piccoli, microscopici batteri, ai più grandi organismi del Pianeta, come le gigantesche balene.
Dal mare nacquero le montagne, come resti deformati e sollevati di rocce depostesi sui fondali e, i Monti Lepini, gli Ausoni e gli Aurunci furono tra i primi rilievi nel Lazio ad uscire allo scoperto. Le acque del mare giungevano a lambire le pendici calcaree di queste montagne formando un ampio golfo e, all’altezza di un promontorio che corrisponde all’attuale territorio di Terracina, si insinuavano ancora più in profondità tra i rilievi. Il vulcano Laziale era ancora assopito nelle profondità marine e le tre catene montuose erano le uniche terre esistenti insieme al Circeo, che allora era un’isola. La terra conquistò spazio al mare e i grandi eventi geologici continuarono a definire la costruzione del territorio laziale e la sua fisionomia, che si esprime attraverso quei paesaggi caratteristici quali si presentano oggi davanti ai nostri occhi, come l’arcipelago delle Isole Ponziane, che emerse dal mare davanti al Circeo, sotto forma di vulcano. E fu in questo periodo geologico, il Quaternario, che il mare prese il sopravvento: ripetuti innalzamenti e abbassamenti del suo livello modellarono la costa fino alla sua attuale morfologia.
Queste cinque piccole isole, Ponza, Palmarola, Zannone, Ventotene e Santo Stefano, che emergono dal mare formando l’arcipelago delle ponziane, nacquero circa 2 milioni di anni fa mostrando un aspetto completamente diverso: una serie di vulcani sottomarini che eruttavano imponenti colate di lava. Era il tempo nel quale il Lazio fu colpito da grandi cambiamenti nella fisionomia del paesaggio causati da un evento geologico di enorme portata, il vulcanismo che, a partire da circa 4 milioni di anni fa, si manifestò a più riprese dalla bassa Toscana fino alla Campania, con un’attività particolarmente intensa sul territorio dell’attuale Lazio, trascinando in superficie ingenti quantità di magma.
L’arcipelago ponziano costituisce uno dei più antichi distretti vulcanici del Lazio. L’attività eruttiva, manifestatasi con incredibile violenza, ha lasciato segni profondi nella morfologia del paesaggio costiero: indiscusse protagoniste della natura di queste isole sono le rocce, che con i loro spettacolari contrasti di forme e di colori hanno affascinato viaggiatori e scienziati di ogni epoca. Le insenature semilunari e le falesie a strapiombo sul mare, come quelle di Chiaia di Luna; gli affioramenti di nera ossidiana a Palmarola; i bianchi ammassi friabili di Zannone e i tufi color dell’ambra; i “dicchi”, colonne nere o verdastre che testimoniano gli antichi cammini della lava; cupole di ristagno come Monte Tramontana a Palmarola e Monte della Guardia all’estremità meridionale di Ponza, sono solo alcune delle attrattive offerte dalle vulcaniti ponziane che, messe a nudo da successivi fenomeni di erosione, permettono di leggere tutte le tappe delle lunghe e travagliate vicende che hanno portato alla loro nascita dal mare. Queste isole, che costituiscono uno degli esempi più belli e meglio esposti al mondo di vulcanismo sottomarino, sono nate e si sono sviluppate in corrispondenza di un limite geologico alquanto critico, cioè al confine tra il substrato del Tirreno settentrionale più antico e stabile e quello del Tirreno meridionale i cui movimenti di assestamento sono ancora molto lontani dalla conclusione; attualmente, l’area è sede di una continua ma debole sismicità superficiale, prova tangibile di un ciclo geodinamico ancora attivo.
E così, nacquero per prime Ponza, Palmarola e Zannone che rappresentano i lembi emersi di un rilievo formatosi sotto il mare, mentre Ventotene, che si erge imponente per 900 metri dal fondale più profondo del Golfo di Gaeta, corrisponde a ciò che resta della sommità di un edificio vulcanico centrale, emerso durante le eruzioni e Santo Stefano è la testimonianza di un cono avventizio.
Peculiare è inoltre l’isola di Zannone, annessa al Parco Nazionale del Circeo, costituita, oltre che da rocce vulcaniche, anche da rocce sedimentarie, che abbracciano un arco di tempo tra 200 e 5 milioni di anni fa, e da rocce metamorfiche che, risalenti secondo certi autori a circa 300 milioni di anni fa, sono tra le rocce più antiche del Lazio.
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