Le vie degli Inferi a Cerveteri 

Foto e Testi di Clarissa Belardelli

Tutti noi abbiamo sentito parlare degli Etruschi, anche se siamo abituati ad associare questa popolazione antica alla Toscana piuttosto che al Lazio. E invece no! Le città etrusche più antiche si trovavano proprio in quello che è ora Lazio e che quasi tremila anni fa era la parte meridionale dell’Etruria. Nel Lazio moderno – e nell’Etruria meridionale antica – ebbero origine e prosperarono città importanti e vaste: Cerveteri, Tarquinia, Vulci, Veio, per nominare solo le più note. Di queste, Cerveteri, a pochi chilometri da Roma, è quella che ci permette, grazie alla sua necropoli monumentale, di immaginare meglio come doveva essere la struttura urbana della città dei vivi, riprodotta fedelmente da quella dei morti.

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In molti abbiamo magari avuto occasione di visitare, a Cerveteri, la grande necropoli della Banditaccia. La passeggiata che qui si propone invece è nota a pochi e offre molte attrattive; il percorso è aperto e non c’è alcun biglietto da pagare.

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Si percorre la strada che conduce alla necropoli della Banditaccia, lasciando l’auto nello spazioso parcheggio subito all’esterno del recinto, e ci si incammina con buona lena ma senza troppa fretta né fatica con un equipaggiamento leggero – da non dimenticare un cappellino per ripararsi dal sole e scarpe comode. Si possono esplorare ruderi e ammirare nel contempo le essenze che popolano il paesaggio.

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Man mano, la strada diviene più stretta e si immerge nel verde di un fitto bosco; ai lati della strada, si intravvedono qua e là in mezzo al fogliame tombe a camera su vari livelli, che evocano il ricordo delle antiche dimore della città etrusca scomparsa. La strada ora scende e ora risale, giungendo a lambire un corso d’acqua vicino al quale è un passaggio scavato nel tufo dagli stessi Etruschi, maestri nell’arte della costruzione di strade ipogee.

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La passeggiata può durare un’intera giornata o due ore, dipende dal tempo e dalle esigenze di chi esplora; a volte, si incontrano gli archeologi impegnati negli scavi o nella pulizia di questa meravigliosa e sconosciuta area monumentale.

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Quando si è stanchi, ci si può fermare a sostare seduti sulle soglie delle camere antiche o su un masso fra gli alberi e immaginare un mondo lontano da noi nel tempo, ma molto vicino e facile da raggiungere. Un’ultima annotazione: perché “Via degli Inferi”?.. Perché è impervia e selvaggia, e per le tombe che si aprono lungo il suo percorso.

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