Tonga Soa, benvenuti in Madagascar

Ancora una volta in Madagascar, dove passano le nuvole più belle, trasportate dal vento leggero che soffia costante; nuvole di tutte le dimensioni che appaiono basse a tal punto che sembra di poterle toccare. Ancora una volta in quest’Africa così “diversa”, bella come il paradiso, sospirata e ritrovata per chi, come noi, perdutamente si è innamorato.
Il terzo viaggio alla scoperta del Madagascar è stato ancora più entusiasmante dei precedenti. Abbiamo trascorso dieci giorni a Nosy Be, l’isola profumata, e quattro giorni sulla Grande Terra, ripercorrendo itinerari già vissuti, tra bellezze e curiosità endemiche dell’isola, ritrovando gli amici malgasci conosciuti anni fa. Le meraviglie del mare, spiagge deserte e isole immacolate, hanno fatto da cornice a questa nuova avventura.

Risaie sulla strada per Diego Suarez

Il mare trasparente, la sabbia bianca e tanto, tanto verde: la “terra promessa dei naturalisti”, così veniva definito il Madagascar dai botanici nel 1700 e, da oltre 300 anni, nulla è cambiato. Madre Natura vive qui, dove le rocce vulcaniche tingono di rosso la terra e i fiumi, dove il profumo dei fiori (ylang-ylang) si espande dappertutto, dove il mare trasparente lambisce spiagge bianche, infinite, dipinte da tramonti infuocati, ogni sera diversi, talmente belli da suscitare forti emozioni.

Nosy Iranja

Nosy Iranja, la quinta isola più bella del mondo, è apparsa ancora più affascinante, con la sua lunga effimera striscia di sabbia bianca che appare e scompare con i capricci della marea.

La lingua di sabbia di Nosy Iranja

Lokobe con la foresta pluviale e le mangrovie che arricchiscono l’azzurro del mare, si mostra sempre nel massimo della sua esuberanza. Bella, rigogliosa, viva, la foresta accoglie i lemuri notturni che trovano riparo nei tronchi bucati; il geco foglia con la sua livrea mimetizzata che diventa un tutt’uno con l’albero che lo accoglie e, tra i camaleonti, è il Brokesia che non smette di stupire: talmente piccolo da far paura!

Brokesia

Nosy Tanga, è l’isola più vicina che si vede dalla spiaggia di Nosy Be, la gestisce Portos, il nostro amico malgascio. Con la sua piroga siamo andati a visitarla ed eravamo soltanto noi. Non posso descriverne la bellezza, è un’esplosione di natura.
Sakatia, dove abbiamo nuotato insieme alle tartarughe marine giganti: un’esperienza travolgente, già vissuta ma sempre commovente.
I laghi vulcanici, con i coccodrilli sacri, raccontano la storia geologica di Nosy Be, quando le eruzioni ricoprirono l’isola di materiali lavici, rendendo molto fertile il terreno e permettendo all’acqua piovana di creare questi splendidi bacini lacustri. Ce ne sono undici, uno più bello dell’altro e, dopo aver visitato i laghi, un classico è l’aperitivo a Mont Passot, quando il sole “torna a casa” e tinge di rosso il cielo e il mare. Il tramonto, visto da questa montagna, il luogo più elevato dell’isola, è uno spettacolo sempre sorprendente poiché basta una piccola nuvola in più e i colori mutano all’istante.

Tramonto da Mont Passot

Immersi nel tepore dei tropici, settembre è un mese idilliaco per visitare la Grande Isola: di giorno è possibile camminare sotto il sole senza soffrire il caldo eccessivo, l’umidità non è elevata e la sera fa quasi fresco. Così, sotto il tropico del Capricorno, attraverso il Nord del Madagascar abbiamo trascorso quattro giorni da non poter dimenticare.
Dal porto di Helville ci siamo imbarcati per raggiungere Ankify e giungere al Parco dell’Ankarana con i tsingy grigi: una distesa infinita di rocce calcaree fratturate e modellate dall’erosione carsica che hanno creato nel tempo geologico suggestivi paesaggi, unici nel loro genere.
Il secondo giorno, le tre baie, Sakalava, Baia delle Dune, Ramena Piccioni, sono state protagoniste della nostra escursione, tra lunghe distese di spiaggia bianca, deserte, mare e sole.

Baia di Diego Suarez

La Montagna d’Ambra, una foresta rigogliosa dove abbiamo ammirato, lemuri, camaleonti uccelli e dove abbiamo abbracciato baobab immensi, perché per la gente malgascia porta fortuna!

Sentieri nella Montagna d’Ambra

Infine, abbiamo concluso in bellezza il tour del Nord, immersi nel canyon dei tsingy rossi, immense distese di stalagmiti a cielo aperto che offrono un paesaggio peculiare per la strabiliante varietà delle forme rocciose presenti.

Tsingy Rossi

Paesaggi struggenti di una terra verde, senza infrastrutture, punteggiata soltanto di piccole case di legno e di paglia che sembrano uscite dalla matita di un bambino, e risaie a terrazza, dove la gente poverissima ma affabile e serena, lavora i campi senza macchine, con la forza delle braccia e con quella degli immancabili e preziosissimi zebù.

Paesaggi del Nord

Il cielo dei tropici, le atmosfere dei mari caldi e limpidi, solcati da vele improvvisate, piccole comunità di gente sorridente, strade sterrate dipinte dai colori dei mercati, lemuri e baobab bizzarri, fiori profumati e affascinanti lungo tutto il percorso ed un clima ottimo, hanno trasformato il viaggio in un momento indimenticabile, tale da suscitare il desiderio di viverci per sempre.

Tramonto a Nosy Be

E, prima o poi, tornando in Madagascar ancora una volta, riuscirò con un dito a toccare una nuvola…lo so che sarà troppo lontana ma seguirò lo stesso la mia fantasia.