Il Mare è tutto
Il mare è tutto, tutto intorno a noi. Ricopre i sette decimi della Terra, è un’immensa distesa d’acqua dove l’essere umano non è mai solo poiché sente la vita fremere intorno a sé. Il mare è movimento, è amore, è l’infinito che vive, che racchiude i tre regni della natura: minerale, animale e vegetale.
Il mare nacque prima di ogni altra cosa, quando l’atmosfera si raffreddò e diede origine alla formazione di molecole d’acqua e queste si depositarono su una superficie terrestre già sufficientemente consolidata. Fu questa pioggia primordiale che diede inizio alla formazione dei mari e al riempimento degli oceani, un processo che durò circa un miliardo di anni. E poi nel mare prese forma la vita. Erano semplici molecole che possedevano la caratteristica principale degli organismi viventi: la capacità di riprodursi. Batteri e alghe, organismi microscopici formati da cellule primitive, diedero inizio alla grande odissea dell’evoluzione biologica.
Lo straordinario processo evolutivo creò nel mare tanti ambienti e tante forme di vita. Il paesaggio marino è, come quello terrestre, estremamente vario: vaste distese di sabbia, fiumi sottomarini, enormi catene montuose, fosse oceaniche e abissi senza luce, vulcani, sorgenti termali e migliaia di organismi sconosciuti: dai più piccoli, microscopici batteri, ai più grandi esseri viventi del Pianeta, come le gigantesche balene. Il mare, questo immenso serbatoio di acqua salata è il generatore di tutte le acque dolci, le sorgenti e i fiumi che si trovano sulla terraferma.
E’ anche il regolatore del clima, avendo una stabilità termica enormemente maggiore di quella dell’aria si riscalda e si raffredda più lentamente rispetto all’aria e le regioni vicine al mare presentano condizioni climatiche più miti rispetto a quelle interne, con una minore differenza fra estate e inverno, stagione arida e stagione delle piogge. Dal mare nacquero le montagne, come resti deformati e sollevati di rocce depostesi sui fondali.
Quando mi accorgo di essere preoccupata, ogni volta che tristi pensieri mi scendono fino all’anima, quando mi rendo conto che il malumore si fa troppo intenso, allora decido che è il momento di vivere il mare. E la voce del mare è un urlo possente che conquista il cuore. Il mare più vicino, il mio mare è il Mar Mediterraneo. Mare Nostrum lo chiamavano i Romani, orgogliosi di questo mare tranquillo e ricco di risorse che rappresentava una comoda via di navigazione fra quasi tutte le province dell’Impero. A quell’epoca, sicuramente il Mediterraneo era un mare pulito e ricco, dove centinaia di chilometri di spiagge incontaminate si alternavano a basse scogliere piene di approdi dove si affacciavano piccoli villaggi di pescatori. Le praterie di posidonie e i banchi di corallo rosso non avevano ancora conosciuto il disastro delle reti a strascico e di altri rovinosi strumenti.
Oggi, per ammirare paesaggi costieri incontaminati da infrastrutture è necessario partire e raggiungere mete lontane come l’Egitto, dove immersi nelle calde e limpide acque del Mar Rosso, è possibile vivere a stretto contatto con l’entusiasmante biodiversità della barriera corallina, un mondo infinito di sorprendenti emozioni. Il Madagascar e il Costa Rica sono terre vulcaniche dove immense distese di sabbia, bagnate da turbolenti acque oceaniche, mostrano paesaggi integri, ricchi di vita e di tramonti mozzafiato e, dove la bellezza, le foreste, il profumo dei fiori, il mare donano momenti di sincera commozione.
Alle Seychelles, le calde e trasparenti acque dell’Oceano Indiano hanno cullato i nostri pensieri tra i graniti rosa, che danno vita a spiagge tra le più belle del mondo, mentre alle Muriutius, la voce del mare oltre a donare incanto e piacere ci ha mostrato tutta la sua potenza, quando a sfiorare l’isola è stata la coda del ciclone Douville che, per tre giorni, ha colorato tutto di grigio, il cielo, l’acqua e la terra.
Quando ero bambina trascorrevo diversi mesi all’anno al mare ed una cosa che mi affascinava era camminare lasciando le mie orme sulla sabbia, che restavano lì, precise ed ordinate. Ma il giorno dopo, tornavo, guardavo quella grande distesa di sabbia e non c’era più nulla, un’orma, un segno qualsiasi, niente, era come se non avessi mai camminato: il mare di notte cancella tutto. Ed oggi, tornando sui miei passi, penso che se c’è un luogo, al mondo, in cui posso pensare di non essere nulla, quel luogo è il mare, troppo immenso, troppo bello, troppo ricco di ogni forma di vita.
Dopo l’istante magico in cui i miei occhi si sono aperti al mare, la mia esistenza è cambiata, non è stato più possibile vedere, pensare, vivere come prima.
Al tramonto, le onde si frangono scivolando sulla sabbia, mentre il sole si tinge di un rosso meraviglioso e la fresca brezza marina avvolge ogni cosa, illuminata da una piacevole atmosfera. E’ quel tipo di situazione che trasmette ottimismo ma mi stupisco ogni volta di questo spettacolo della natura, talmente bello da dare l’illusione che tutto ciò non sia possibile.
Quando sono lontana ho nostalgia per il mare vasto ed infinito.