La metà di tutte le specie di camaleonti esistenti nel mondo, è presente in Madagascar e, tra queste, anche quella più piccola e quella più grande.
Ho preso fra le braccia il primo camaleonte incontrato a Nosy Be, un piccolo mostro verde e rosso, freddo e morbido; immobilizzato con due zampette sollevate, mi osservava senza girare la testa, con un occhio rovesciato all’indietro, circondato da varie strisce diversamente colorate, l’altro fisso su Robert, il nostro amico malgascio, che non lo voleva toccare, decisamente impressionato dal mio entusiasmo. Robert, come tutti i malgasci, teme gli spiriti, i folletti impersonificati dai lemuri, le mille anime della foresta.
Due sono i generi: Brookesia e Chamaeleo e quarantuno le specie. Al genere Brokesia appartengono le specie di taglia più piccola, i cui adulti si aggirano intorno ai tre centimetri. Invece, il più grande camaleonte è il Chamaeleo oustaleti (fino a 75 cm), seguito dal Chamaeleo parsonii (65 cm). Il maschio appare rivestito di colori sgargianti e cangianti a seconda della luce, della temperatura ed anche delle emozioni, mentre la femmina, di dimensioni più piccole, è meno appariscente, con la pelle di colore marrone chiaro o scuro, caratterizzata da iridescenze rossastre. Questi arcaici rettili, adattati perfettamente alla vita sugli alberi, si muovono molto lentamente, ondeggiando come foglie al vento: una tattica perfetta per non spaventare le prede. Posseggono una lingua molto lunga, un’arma micidiale per catturare insetti, basta uno scatto fulmineo della lingua, intrisa di saliva appiccicosa, e la preda finisce in bocca. Sono dotati di una lunga e robusta coda prensile e le zampe presentano due dita opponibili con le quali i camaleonti riescono ad afferrarsi a qualsiasi appiglio. Gli occhi possono muoversi indipendentemente l’uno dall’altro per avere una visuale dell’ambiente a 360°.