Una natura di sorprese tra Roma e il Circeo
Immaginate una terra straordinaria, dalle rocce d’Appennino al Tirreno, dall’orizzonte solitario di pianura e di laghi, a isole e paludi costiere, a promontori verdeggianti e spiagge assolate; la sua natura è come un forziere di sorprese, ricco di ambienti diversi, di paesaggi di boschi e di acque, dove prende forma la varietà della vita. Quella terra è la Provincia di Latina che, nonostante le profonde trasformazioni subite, mostra ancora scenari affascinanti, tesori naturali e testimonianze di un ricco passato. Così, capita di scoprire che a pochi chilometri dalla grande città è ancora possibile camminare in una terra dove natura, cultura, arte e tradizioni, che la vita di provincia aiuta a conservare, avvicinano il viaggiatore ad un’atmosfera diversa e assai gradevole che esalta le piccole cose quotidiane. E’ la volontà della sua gente, rivolta a condividere e far apprezzare tutta la ricchezza che il territorio conserva; è l’impareggiabile convivialità della sua tavola, generosa di tutto: ottimi i vini, i formaggi, i salumi, la frutta e sublime la mozzarella di bufala, che permette di sentirsi in perfetta sintonia con questi luoghi; è un invito alla scoperta dei paesaggi del Sud, dove nasce la bellezza che accresce la qualità della nostra vita.
Da Roma verso il sud del Lazio si attraversa un ambiente di confine tra terra e mare fatto di montagne, di fabbriche e case, di campi coltivati, alberi e tanta acqua: un vasto insieme di contrasti paesaggistici sovrastato dall’azzurro forte del cielo. Si può percorrere la Via Pontina oppure, per godere di un mirabile percorso tra presente e passato, la Via Appia, che fu la prima strada di collegamento con il sud della penisola e successivamente con i principali porti d’imbarco verso la Grecia e verso l’Oriente. Da Cisterna ai piedi dei Colli Albani, aveva inizio il rettifilo che attraversava la vasta Pianura Pontina raggiungendo in poco più di cento chilometri Anxur, l’odierna Terracina. Altre strade si affiancano o si intersecano alla Via Appia, alcune costruite molto prima di lei come la Via Setina, che si snoda a mezza costa lungo le pendici occidentali dei Monti Lepini affacciate sulla piana, e giunge a collegarsi con la Via Latina, grande asse viario della Valle del Sacco. Posteriori alla Via Appia sono invece i tracciati litoranei della Via Flacca e della Via Severiana, la prima collegava Terracina a Gaeta; la seconda univa Roma a Terracina attraverso Ostia ed Anzio. Entrambe nacquero in epoca imperiale, quando l’accresciuto valore residenziale ed agricolo delle pianure e i fiorenti traffici marittimi richiedevano tracciati più diretti dell’Appia; in particolare la Flacca consentiva un più efficiente sbocco commerciale nel porto di Anxur della ricca produzione agricola del territorio di Fondi, cittadina raccolta in un punto molto interno della piana, al riparo dalle acque paludose di un tempo e situata allo sbocco di una delle vie naturali di comunicazione con la retrostante Via Latina.
Percorrendo le storiche vie, si visitano piccoli paesi adagiati sui monti abitati da tempi antichissimi, come Sezze, Priverno e Cori e, dove le montagne raggiungono il mare, si trovano cittadine più grandi, quali Gaeta e Formia. Le pianure pontina e fondana, abitate solo alla fine delle grandi opere di bonifica, conducono ad Aprilia, Monte S. Biagio, Fondi, Latina, alla scoperta degli splendidi laghi costieri. Terracina, Sabaudia e il Circeo non completano il viaggio, qui sulla spiaggia o dall’alto del promontorio si vede l’Isola di Ponza che, insieme a Ventotene, attendono tutti coloro che vogliono vivere di solo mare.
Con una superficie di 2.251 km2 Latina è la più piccola delle province laziali ma, anche se meno estesa delle altre, sono molte le ragioni per definirla “grande”. Il litorale si estende per oltre 100 km, fronteggiato dalla lunga catena montuosa dei Lepini – Ausoni – Aurunci, un tempo riunita sotto l’unico nome di Monti Volsci. Alte e massicce, queste montagne conservano ancora ambienti naturali integri e altamente diversificati, dove vasti boschi misti, faggete, leccete e macchia mediterranea si alternano a zone aperte. La varietà di ambienti è dovuta alla posizione geografia dei rilievi, localizzati quasi al centro tra la costa e la parte più occidentale dell’Appennino Centrale. I versanti occidentali che si affacciano sul mare sono ricoperti da fitti boschi di leccio con cespugli di ginestra e fillirea che formano il sottobosco, tutte specie che prediligono le zone più calde o temperate, come la rara palma nana che cresce nelle aree più esposte ai raggi del sole. Sui versanti orientali, che risentono delle correnti di aria fredda provenienti dall’Appenino laziale e dai monti dell’Abbruzzo, crescono estese foreste di faggio, cui si accompagna raramente il tasso (Taxus baccata) che, in prossimità di grotte ed inghiottitoi, segnala la presenza di un ambiente più umido e freddo.
I Monti Aurunci costituiscono il proseguimento verso sud degli Ausoni senza nette separazioni e presentano, insieme alla catena dei Lepini, un generale orientamento in senso appenninico, cioè in direzione nord-ovest, sud-est, terminando sul Mar Tirreno ove formano uno sperone che protegge il porto di Gaeta. L’estensione a mare delle estreme propaggini del massiccio calcareo degli Aurunci definisce il tipico ambiente delle rupi costiere, dove splendide falesie a picco sul mare danno vita ad un paesaggio di grande impatto scenografico. I numerosi sentieri, alcuni di origine antica, che solcano la montagna conducono verso luoghi dove è ancora presente una natura “tutta da guardare”. Nel tratto di litorale compreso tra Sperlonga e Gaeta, non è raro vedere i falchi volteggiare sulle rupi costiere che dominano il territorio circostante e che fronteggiano il mare aperto. Diverse specie di falconiformi, attualmente tra le più rare d’Europa, vivono tra i boschi e i prati della catena montuosa, ambienti d’elezione per il nibbio reale, lo sparviero, l’astore. A questi ospiti che frequentano la montagna soprattutto nel periodo delle migrazioni, si affiancano altri rapaci come il nibbio bruno e la poiana e tra i mammiferi che vivono nei boschi, sono presenti volpi e lepri, scoiattoli ed altri piccoli roditori. “Ospite d’eccezione” è il lupo appenninico, proveniente probabilmente dai Monti Ernici e dalle montagne del Parco Nazionale d’Abruzzo.
Costituiti da una successione continua di calcari, i Lepini, gli Ausoni e gli Aurunci sono caratterizzati da una buona permeabilità dovuta alle fessure originarie presenti nelle rocce ed agli intensi fenomeni carsici. I rilievi rappresentano così l’area di alimentazione di numerose sorgenti poste ai margini delle strutture montuose: Ninfa, il gruppo Acqua Puzza, la sorgente Villa, Sambuco, Fossellone, sono situate lungo la fascia pedemontana dei Lepini, mentre, nel settore settentrionale degli Aurunci, lungo la Valle Latina, le sorgenti S.Giorgio, le Caldare e, in posizione più rilevata, le Bocche, si versano nel fiume Liri. Le acque che defluiscono dai rilievi portano via mediamente 50-60 mg per litro di carbonato di calcio trasferendolo prima nelle falde acquifere e poi nel mare, dove miliardi di organismi lo sottraggono dall’acqua per costruirsi gusci o scheletri.
La pioggia alimenta, inoltre, falde sospese a quota elevata, dovute alla presenza di terreni a bassa permeabilità intercalati nella successione carbonatica. A loro volta, questi orizzonti acquiferi alimentano diverse sorgenti di portata limitata di cui alcune perenni, che assumono localmente notevole importanza per l’economia agro-pastorale della zona. Le alte coste rocciose tra Sperlonga e Formia, sono caratterizzate dalla presenza di numerose sorgenti, alcune delle quali sgorgano poco sopra il livello del mare; è facile supporre che in quest’area siano presenti sorgenti sottomarine.
I fenomeni carsici, piuttosto frequenti, si presentano con forme tra le più caratteristiche, originando paesaggi particolarmente suggestivi dove si susseguono pietraie crivellate da solchi e crepacci, valloni asciutti, cavità, pozzi, rocce brulle con rara vegetazione e un mondo sotterraneo fatto di grotte e cunicoli tortuosi, come La Grotta di Tiberio, la grotta di S. Agostino, la Grotta dei Moscerini, la Grotta della Catena, abitate dall’Uomo di Neanderthal e siti di rinvenimento di mammiferi fossili, quali il bue (Bos primigenius), il cervo (Cervus elaphus), l’orso (Ursus spelaeus).
Sui Monti Ausoni è presente il monumento naturale di Campo Soriano, uno tra i più significativi esempi di zona carsica dell’intero Lazio. Apparentemente arido anche durante i periodi di pioggia, il bacino carsico di Campo Soriano rappresenta un importante area di ricarica delle sorgenti poste ai piedi dei Monti Ausoni, al livello della Piana Pontina.